Insomma,
grazie alla FIAB, Mestre e la Provincia di Venezia un
paradiso per i ciclisti? No, nessuno si sognerebbe mai di
fare un'affermazione del genere.
Anche se, come abbiamo visto nelle altre pagine, qui siamo
sicuramente all'avanguardia rispetto ad altre realtà
italiane, il confronto con i Paesi europei dove la
mobilità ciclabile è importante e tutelata evidenzia
quanto c'è ancora da fare.
L'associazione FIAB-Amici della Bicicletta di Mestre,
consapevole di tutto ciò, è sempre vigile e in prima
linea a difendere i diritti dei ciclisti e a chiedere una
politica più incisiva. Riportiamo
di seguito l'articolo che compare su
"Ciclostile",la rivista degli Amici della
Bicicletta di Mestre, numero speciale per il cicloraduno.
CICLISTI
E PEDONI OGNI GIORNO IN PERICOLO DI VITA
Brutti
tempi per ciclisti e pedoni a Mestre.
Ormai non si contano più gli incidenti e
in alcuni casi c'è chi ci ha rimesso la
vita. E' quantomai necessario aumentare i
controlli di Polizia urbana, nelle strade
a rischio della città e far partire il
prima possibile il sistema di monitoraggio
delle telecamere. Antonio Dalla Venezia,
responsabile dell'Office Bike del
Comune interviene sulla sicurezza stradale
dopo i ripetuti gravi incidenti di questo
periodo. Per far diventare più sicure
le strade cittadine per gli utenti deboli
(pedoni e ciclisti) bisogna aumentare
i controlli della velocità nelle
strade utilizzate come piste da Formula 1
(via Fradeletto, viale Vespucci, via
Orlanda, via della Libertà e via
Triestina), la creazione di isole
ambientali (con limite dei 30 Km
all'ora) e la realizzazione di piste
ciclabili. I vigili sono utilizzati
soprattutto per mettere le multe nei
divieti si sosta, ma non si vedono mai
controlli di velocità, nelle strade dove le
auto sfrecciano a 200 km all'ora. Le
zone a traffico limitato poi sono tali
solo a livello virtuale, perché non
essendoci mai controlli le auto dei non
residenti transitano come in qualsiasi
parte della città. In via Pio X,
non solo nessuno rispetta la ZTL, ma
perfino i limiti di velocità sono
ignorati. Lo stesso vale per via
Circonvallazione, teoricamente ad un
senso di marcia per i non residenti ma in
realtà percorsa nelle due direzioni da
tutti. I camion poi non potrebbero
circolare liberamente nelle vie cittadine,
però un anziano è stato travolto da
un tir proprio in centro a Chirignago.
I Vigili non devono servire solo a fare
cassa, ma per garantire la sicurezza.
Altri interventi che aumentano la
sicurezza sono l'applicazione delle zone
30, il restringimento delle
carreggiate, la trasformazione dei
percorsi lineari in curvilinei, l'innalzamento
degli attraversamenti pedonali,
regolazione degli incroci con rotatorie.
Per fare piste ciclabili ci vuole tempo,
ma nel frattempo possiamo realizzare tante
zone in isole ambientali, con interventi
veloci e a basso costo.
Riduzione
di un articolo di Michele Bugliari apparso
ne La Nuova Venezia del 13 giugno 2004
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